top of page

Ambientamento: cosa c'è da sapere

Come affrontare l'ambientamento al nido/scuola dell'infanzia al meglio

In Italia non c’è una pratica condivisa sull’ambientamento all’asilo nido e alla scuola dell'infanzia. Normalmente comunque l’ambientamento prevede che un genitore (mamma, papà, o anche i nonni o la baby-sitter) resti con il/la suo/a bambino/a per le prime 2 settimane di nido/scuola dell'infanzia. Dipendendo dalla flessibilità del servizio e del genitore, e soprattutto dalla risposta del/la bambino/a, l’ambientamento può durare di più o di meno.


Ci sono però genitori che trovano questo periodo una perdita di tempo, e ci sono addirittura servizi educativi che non lo prevedono perché la ritengono una pratica poco utile. Ma è davvero così?


Come nasce la pratica dell'ambientamento


Alla fine degli anni '60, la situazione degli inserimenti al nido era piuttosto critica: le modalità comunemente adottate consistevano in un’accoglienza comune dei bambini senza la possibilità che i genitori potessero fermarsi con loro. Queste modalità d’ingresso portavano generalmente ansia e disagio non solo ai bambini, ma anche ai genitori e alle educatrici che si trovavano ad affrontare situazioni molto difficili. In generale, il passaggio del bambino al nido era brusco, il genitore non poteva entrare in sezione e inoltre le educatrici erano assegnate “alla sala” e non “ai bambini”, impedendo così che potessero seguire il percorso di crescita degli stessi bimbi per tutta la loro permanenza al nido/scuola dell'infanzia. Le educatrici descrivevano l’esperienza dell’inserimento come una fase molto critica e difficile da affrontare.


La teoria dell’attaccamento di Bowlby, che era esplosa proprio in quegli anni, rivolse però la preoccupazione generale sugli effetti negativi della sofferenza della separazione tra madre e bambino. Si era capito che il distacco brusco dalla madre e l’angoscia di separazione potevano avere importanti conseguenze sullo sviluppo del bambino. Così la teoria dell’attaccamento influenzò enormemente il contesto di cure nei servizi educativi e portò a delle modifiche significative nelle strategie di accoglienza.


L’inserimento divenne così una transizione graduale e includendo la figura del genitore, così che il/la bambino/a potesse vivere la separazione come meno traumatica. Le modifiche sostanziali riguardavano quindi, prima di tutto, l’inserimento della coppia genitore-bambino, contestualmente a una maggiore attenzione dell’educatrice nel gestire in modo flessibile e graduale il rapporto sia con il bambino che con i genitori, per rendere il nido più familiare e riducendo così il disagio che l’esperienza della separazione naturalmente comporta.


Questa diversa concettualizzazione dell’inserimento portò anche a cercare nuovi termini più appropriati a descrivere questo tipo di esperienza: oggi si parla infatti di ambientamento o di familiarizzazione.

Un importante passaggio per una cura condivisa

Questa fase di transizione diventa così sempre più importante perché acquisisce un significato nuovo: non si tratta semplicemente di lasciare il/la bambino/a con altre persone durante il giorno, ma l’ambientamento si trasforma in una relazione triadica (bambino/a-genitore-educatrice) dove l’obiettivo è la condivisione della cura del/la bambino/a e il sostegno ai genitori.


Oggi l'ambientamento dura generalmente due settimane e il genitore (o altri caregiver) rimane all'asilo per sostenere il/la bambino/a nella costruzione di nuove relazioni (con le educartici e gli altri bambini) offrendolo così la possibilità di sperimentare in modo costruttivo la separazione e il ricongiungimento.


Perché l’ambientamento sia davvero un’esperienza utile e costruttiva per tutti (bambini, genitori ed educatrici) servono pochi ma importanti ingredienti:


  • GRADUALITÁ

Il bambino va inserito gradualmente nel nuovo contesto evitando esperienze brusche e separazioni traumatiche (es. il genitore non va via mentre il bimbo è distratto!).


  • SPIEGARE

Al bambino va spiegato tranquillamente tutto: che il genitore va a lavoro ma che tornerà sempre a riprenderlo (oppure anticipare chi lo verrà a prendere) e che le educatrici si prenderanno cura di lui. Il genitore quindi non va via senza salutare o uscendo in modo frettoloso.


  • COMUNICAZIONE

È importante che educatrici e famiglia comunichino e imparino a conoscersi reciprocamente, di modo che la condivisione della cura del bambino si basi su un solido rapporto di fiducia (che verrà trasmessa al bambino!).

Comunicare apertamente sulle routine del bambino a casa e su come sta (ha dormito male notte? è successo qualcosa di stressante in famiglia?) aiuta le educatrici a rispondere in modo più efficace alle necessità del piccolo.


  • CONTINUITÁ

È utile cercare di mantenere una continuità tra le cure che il bambino riceve con le educatrici e in famiglia (come si addormenta? come fa i bisogni? che cibi fa difficoltà a mangiare? quali sono i suoi giochi preferiti?).

Comunicando, questi due mondi si influenzano a vicenda e si arricchiscono l'uno con l'altro!


  • RIFERIMENTO

In un primo momento, il bambino può identificare un’educatrice in particolare che lo rassicura e che prenderà come riferimento nel nuovo ambiente.

Sulla base di questo rapporto privilegiato, l’educatrice diventerà la "base sicura" nel contesto del nido, un porto sicuro da cui il/la bambino/a potrà partire per esplorare e formare nuove relazioni con le altre educatrici e bambini della sezione.

È davvero importante per il bambino sentirsi al sicuro e protetto con le nuove figure di accudimento!


  • CREARE FIDUCIA

Durante l'ambientamento il genitore dovrebbe:

- non restare appiccicato al bambino ma permettergli di esplorare l'ambiente;

- essere sempre visibile, di modo che nel momento del bisogno il bimbo sa che c'è;

- stimolare il bambino a interagire con le educatrici e gli altri bambini.


Questo perché durante l'ambientamento il bambino deve familiarizzare con il nuovo contesto e imparare a stare bene senza la presenza del genitore.


  • RISPETTO DEI TEMPI

...della struttura, della famiglia e soprattutto del bambino!

Non avere fretta, la fretta è nemica della qualità.

L'ambientamento può essere impegnativo, ma se vissuto con serenità sarà un'esperienza positiva per lo sviluppo del bambino!


L'ambientamento è utile o è una perdita di tempo?

L’ambientamento è un’esperienza importante per promuovere la formazione di nuovi legami e poter gestire gradualmente la separazione genitore-bambino/a. Il fatto di non prevedere questa modalità di inserimento o credere che sia una perdita di tempo negano di fatto la possibilità di sostenere e mediare il delicato momento di separazione genitore-figlio/a.

Il momento del distacco dal nucleo famigliare e l'ingresso in un nuovo contesto di cura è invece un passaggio fondamentale nell’esperienza e nella storia della famiglia, ed è quindi importante che sia vissuto da tutti nel modo più positivo possibile.


In ogni caso, la parola chiave di questa esperienza è sicuramente flessibilità. Il servizio educativo e la famiglia devono venirsi in contro: da un lato vediamo le necessità del nido e delle educatrici, che hanno bisogno della massima partecipazione della famiglia, mentre dall’altro ci sono le esigenze lavorative a volte impellenti dei genitori. Una comunicazione adeguata tra le parti, esplicitando le necessità di ciascuno, e soprattutto lo spogliarsi di rigidi schemi e pregiudizi che non lasciano spazio alla flessibilità, sono essenziali perché il periodo di ambientamento sia un’esperienza bella e positiva per tutti.

 

Riferimenti bibliografici

- Bondioli, A., e Mantovani, S. (1987). Manuale Critico dell’asilo nido. Milano: Angeli.

- Mantovani, S. (2001). Infant Toddler Centers in Italy Today: Tradition and Innovationtion. In L. Gandini, and C. P. Edwards (Eds.), Bambini: The Italian Approach to Infant-Toddler Care (pp. 23–37). New York, NY: Teachers College Press.

- Mantovani, S., Restuccia Saitta, L. and Bove, C. (2003). Attaccamento e Inserimento. Stili e Storie Delle Relazioni al Nido. Milano: Franco Angeli.

- Molina, P. (1994). L’Inserimento (1a parte). Bambini, 19-23.



Iscriviti alla Newsletter per rimanere aggiornato sui Contenuti

Iscrizione completata!

bottom of page