Bambini soldato
Un'infanzia di traumi e violazione dei diritti umani
Si stima che oggi siano 30.000 i bambini soldato arruolati in conflitti armati nel mondo. Solo nel 2019 sono stati reclutati 7.747 bambini in Paesi come la Repubblica Democratica del Congo, la Siria, lo Yemen e la Somalia.
L’Articolo 38 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell'adolescenza cita:
Gli Stati si astengono dall’arruolare nelle loro forze armate ogni persona che non ha raggiunto l’età di 15 anni
eppure continua a succedere. La maggior parte dei bambini sono reclutati da gruppi di ribelli, tuttavia 1/3 viene ancora arruolato negli eserciti governativi nonostante sia una pratica illegale e una grave violazione dei diritti umani.
I bambini vengono prelevati nei loro villaggi, mentre sono per strada o a scuola, e vengono poi addestrati e mandati nelle zone di conflitto. Vengono addestrati a torturare e uccidere, diventando dei piccoli guerrieri feroci.
Le bambine generalmente diventano schiave sessuali e vengono date in sposa.
Se e quando riescono a tornare nei loro villaggi, questi bambini molto spesso non ritrovano più le loro famiglie, che sono scappate a causa dei conflitti. Ma possono anche venire rifiutati dai parenti e dai villaggi perché considerati assassini o perché sono diventate madri a causa degli abusi. Disperati, molti di loro tornano nei gruppi armati, che vedono come unica speranza per sopravvivere.
Le conseguenze psicologiche sono devastanti: i piccoli soldati, che hanno dagli 8 ai 14 anni, restano separati dalle famiglie per anni, non vanno a scuola, sono traumatizzati e fanno fatica a reintegrarsi nella comunità.
In uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet sono stati intervistati 301 ex bambini soldato reclutati in Uganda. Dalla ricerca emerge che il 77% di loro ha visto morire qualcuno, mentre il 6% ha visto morire il papà, la mamma, il fratello o la sorella. Il 39% ha dovuto uccidere qualcuno, e il 2% è stato costretto a uccidere il proprio padre, fratello o un altro familiare. Il 27% ha dovuto bere la propria urina per sopravvivere.
Il 97% di loro ha riportato alti livelli di sintomi di disturbo post-traumatico da stress, disturbo che rimane per molti anni.
Non é nulla “dell’altro mondo”, é qui, nel nostro, e sta succedendo adesso.
Fonti:
- Derluyn, Broekaert, Schuyten, De Temmerman (2004). Post-traumatic stress in former Ugandan child soldiers. The Lancet, 363, 861-863.
- ONU (1989). “Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”. Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
- UNICEF(2021). “Bambini in guerra”. https://www.unicef.ch/it/il-nostro-operato/programmi/i-bambini-guerra
