Curiosità sul SORRISO
Perché sorridiamo? Lo sapevi che il significato del sorriso cambia nel corso della nostra vita?

Perché sorridiamo?
Sorridere è il mezzo principale con cui comunichiamo agli le nostre emozioni positive:
che ci stiamo divertendo, che ci fa piacere stare insieme e come segno di approvazione.
Il sorriso, quindi, ha perlopiù un significato sociale. A volte ci capita di sorridere quando siamo da soli, magari mentre pensiamo a qualcosa di piacevole o a qualcuno, ma la funzione principale del sorriso è di tipo sociale: a dimostrarlo sono stati gli studi di Provine e Fischer (1989) che hanno osservato che la probabilità di sorridere aumenta di 6 volte quando si è con altre persone rispetto a quando si sta da soli.
Il sorriso cambia nel tempo
Il sorriso non ha sempre lo stesso significato, ma acquisisce funzioni diverse nel corso dello sviluppo:
Durante il 1° mese di vita, il sorriso del neonato non ha una funzione sociale di comunicare con gli altri, ma è semplicemente un riflesso che esprime lo stato eccitazione e benessere del piccolo (sorriso endogeno). Infatti, possiamo vedere il neonato sorridere anche durante il sonno;
A 2 mesi invece il sorriso del bambino inizia ad attivarsi anche in risposta ad alcuni stimoli particolarmente piacevoli dell’ambiente, come il volto e la voce dei genitori (sorriso esogeno);
Dal 3° mese il sorriso inizia ad avere una funzione sociale: il bambino ora sorride nelle interazioni con gli altri per raggiungere uno scopo, ad esempio per attirare l'attenzione o restare vicino al genitore (sorriso sociale).
Nel corso dell’infanzia poi i bambini diventano sempre più consapevoli del significato sociale dei loro sorrisi e del ruolo che questa espressione ha nelle interazioni con le altre persone.
Ecco, quindi, che il sorriso cambia il suo significato dalla nascita in poi, da semplice riflesso a strumento di comunicazione sociale.
Sorridere ci fa più belli?
Un’altra curiosità sul sorriso riguarda il detto comune che “sorridere ci rende più belli”: in effetti, gli ultimi studi di neuroimaging hanno dimostrato che la bellezza sta anche nel sorriso.

Uno studio inglese (O’Doherty e colleghi, 2003) utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI) ha scoperto che guardare dei volti attraenti produce un'attivazione della corteccia orbitofrontale mediale (OFC) (evidenziato in rosso nella figura).
Questa regione cerebrale, però, viene attivata ancora di più quando i volti che si guardano sono anche sorridenti, suggerendo un’interazione tra attrattività ed espressioni di gioia. I visi sorridenti, quindi, sono valutati dal nostro cervello come più attraenti rispetto a quelli che hanno delle espressioni neutre.
Fonti:
- O'Doherty, J., Winston, J., Critchley, H., Perrett, D., Burt, D.M., & Dolan, RJ. (2003). Beauty in a smile: the role of medial orbitofrontal cortex in facial attractiveness. Neuropsychologia, 41,1 47-55.
- Provine, R., & Fischer, K. (1989). Laughing, Smiling and Talking: Relation to Sleeping and Social Context. Ethology, 83, 295-305.
- Santrock, J. W. (2013). Child Development, Thirteen Edition. McGraw-Hill.
- Figura giro orbitofrontale: Wikipedia - Corteccia orbitofrontale.
