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Genitori dello stesso sesso

Cosa dicono gli studi sui bambini che crescono con genitori gay e lesbiche?

Oggi più che mai, l'opinione pubblica e politica si dividono nettamente sul tema dell’omogenitorialità, ovvero sul fatto che una coppia omosessuale possa formare una famiglia e crescere dei figli. Eppure, in pochi sanno che dagli anni '70 sono stati condotti diversi studi di psicologia che hanno confrontato famiglie omogenitoriali (con genitori dello stesso sesso) e famiglie tradizionali (con genitori del sesso opposto).


L'obiettivo di questo articolo è quindi quello di esplorare le caratteristiche delle famiglie omogenitoriali e analizzare quali effetti può avere sui bambini questo tipo di genitorialità, attraverso un'analisi della letteratura scientifica.


L'Italia è un paese molto legato al concetto di “famiglia tradizionale”, pertanto la presenza di una mamma e di un papà a casa è considerata un elemento centrale per il benessere del bambino.

Questa credenza è la base su cui sono nate una serie di preoccupazioni e teorie che vanno in forte opposizione alle famiglie omogenitoriali. Vediamo allora quali sono queste preoccupazioni e cosa risponde la ricerca scientifica.



Il bambino ha per forza bisogno di una mamma e di un papà?


È credenza diffusa che i bambini abbiano bisogno di genitori del sesso opposto per un sano sviluppo. Questa idea si basa sulla credenza culturale che mamma e papà siano diversi e che svolgano ruoli differenti e non intercambiabili all’interno della famiglia. L’ipotesi di base, quindi, è che le capacità genitoriali dipendano principalmente dal sesso del genitore, piuttosto che da competenze personali.


Tuttavia, la letteratura scientifica non supporta questa ipotesi. Una review della letteratura di Biblarz e Stacey (2010) (che ha messo a confronto più studi su questo tema) ha rilevato che le mamme e i papà di oggi svolgono i principali compiti di cura in modo alternato e complementare, hanno relazioni simili con i propri figli e influenzano allo stesso modo lo sviluppo e il benessere dei loro bambini. In sostanza, non ci sarebbero delle capacità genitoriali specifiche ed esclusive derivanti dal sesso biologico del genitore (ad eccezione dell'allattamento, ovviamente!).


Un’altra review, questa volta di Fagan e colleghi (2014), ha evidenziato che non ci sarebbe un unico tipo di genitorialità composta da un uomo e una donna: non ci sono infatti evidenze scientifiche che dimostrino che i ruoli parentali siano biologicamente specifici per mamma e papà.


A questo proposito, un’ulteriore conferma arriva dagli studi di neuroscienze. Sembra infatti che nel cervello delle mamme si attivino delle aree cerebrali specifiche legate all’accudimento, cosa che farebbe subito pensare che effettivamente la cura dei bambini sarebbe una predisposizione femminile. Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che quando sono i papà ad occuparsi principalmente dei figli, come nel caso delle famiglie omogenitoriali composte da coppie gay, si attivano anche negli uomini le stesse regioni cerebrali legate all’accudimento tipicamente associate alle mamme (Abraham e colleghi, 2014). Questi risultati confermerebbero quindi che il cosiddetto “ruolo materno” non sarebbe una caratteristica biologica della donna, ma sarebbe invece culturale.


Infine, la preoccupazione rispetto al dover necessariamente dare un modello di “uomo” e di “donna” in famiglia sarebbe infondata, dal momento che i bambini sono continuamente esposti a molti e diversi adulti nella loro quotidianità, sia maschi che femmine, oltre ai genitori. Inoltre, i bambini sono a contatto con diversi gruppi di pari che diventano contesti di socializzazione sempre più rilevanti nel corso della loro vita (Carone e colleghi, 2020).


Gay e lesbiche possono essere dei genitori competenti?


Un’altra credenza è che gay e lesbiche non avrebbero delle competenze genitoriali adeguate: da un lato si crede che le mamme lesbiche, essendo meno femminili, possano essere anche meno “materne”; dall’altro lato, vi è la tendenza culturale a credere che gli uomini non abbiano le stesse competenze genitoriali delle donne, e che quindi una coppia gay non sarebbe in grado di offrire una relazione affettiva adeguata al proprio figlio (argomento già affrontato nel paragrafo precedente con gli studi di neuroscienze).


Tuttavia, la ricerca scientifica non riporta alcuna differenza nelle capacità genitoriali tra coppie dello stesso sesso e coppie eterosessuali. Non ci sarebbero infatti evidenze che l'orientamento sessuale di per sé possa compromettere in qualche modo le funzioni psicologiche, sociali e parentali dei genitori (American Psychological Association, 2008).


A questo proposito, i ricercatori Fedewa, Black e Ahn (2015) hanno condotto una meta-analisi, includendo 33 studi e un totale di oltre 5000 bambini dai 3 ai 25 anni, in cui sono state confrontate famiglie con genitori dello stesso sesso e del sesso opposto. La ricerca ha riportato che genitori eterosessuali, gay e lesbiche, sia in coppia che single, avevano generalmente una relazione sicura e calorosa con i loro bambini, concludendo che non vi sia nessuna relazione tra la qualità del legame genitore-bambino e l'orientamento sessuale del genitore (Fedewa, Black e Ahn, 2015).



I bambini di genitori omosessuali sviluppano un’identità di genere atipica?


Come scritto sopra e descritto ampiamente in un precedente articolo (“Ruoli di genere”), i bambini sono esposti ai ruoli di genere fin da piccolissimi. Sono infatti costantemente immersi nella cultura della divisione tra “uomini” e “donne” non solo attraverso i comportamenti dei genitori, ma anche dei familiari, dei compagni, degli insegnanti, dei media e dell'ambiente sociale.


In uno studio italiano di Carone e colleghi (2020) sono stati osservati giocare 120 bambini dai 3 ai 9 anni (40 nati da papà gay con maternità surrogata, 40 nati da mamme lesbiche con fecondazione assistita e 40 nati da coppie eterosessuali): bambini e bambine nati/e dai genitori gay ed etero giocavano di più con giocattoli tipicamente associati al loro sesso (e quindi i maschi giocavano con giochi da maschi e viceversa), mentre i/le figli/e delle mamme lesbiche generalmente erano più flessibili nei ruoli di genere, come riportato anche da altri studi (APA, 2008; Fedewa, Black e Ahn, 2015). La ricerca comunque conclude che l'identità di genere dei bambini di genitori omosessuali si sviluppa in modo conforme agli standard sociali di riferimento.


Anche l’American Psychological Association (2008) non riporta alcuna differenza tra bambini figli di genitori omosessuali o eterosessuali nella preferenza di giochi, attività, interessi o future scelte lavorative tipicamente associati a uno o all'altro genere.



I figli di genitori omosessuali hanno più probabilità di diventare anche loro omosessuali?


Una delle preoccupazioni più sentite per i bambini che crescono in famiglie omogenitoriali è quella che possano diventare anche loro lesbiche o gay.


La ricerca però non ha trovato differenze nell’orientamento sessuale tra figli di genitori omosessuali e figli di genitori eterosessuali (Fedewa, Black e Ahn, 2015). Numerosi studi hanno indagato l'identità e l'orientamento sessuale di ragazzi nati e/o cresciuti in famiglie omogenitoriali, e la maggior parte di loro si identifica come eterosessuale, esattamente come nella popolazione generale.


Non c'è quindi una probabilità più alta di essere omosessuale tra i figli cresciuti da genitori lesbiche o gay rispetto alla popolazione cresciuta con genitori eterosessuali. Anzi, un dato curioso lo troviamo nello studio di Haggins che intervistò 36 adolescenti, metà cresciuti da mamme lesbiche e metà da genitori eterosessuali: nessun ragazzo con mamme lesbiche dichiarò di essere gay o lesbica, mentre un figlio di una coppia eterosessuale dichiarò di essere omosessuale (APA, 2008). Questo dato di per sé non è significativo, ma ricalca ciò che è già stato ampiamente dimostrato dalla letteratura scientifica: l’orientamento sessuale dei genitori non influenza quello dei figli.



Crescere in una famiglia omogenitoriale ha delle conseguenze negative sulla salute mentale dei bambini?


Un’altra preoccupazione molto sentita riguarda il benessere psicologico dei bambini che crescono con due mamme o due papà.


Uno studio di Carone e colleghi (2018) riporta che i bambini cresciuti da padri gay non hanno maggiori problemi comportamentali o difficoltà relazionali rispetto ai bambini cresciuti in famiglie tradizionali. Questo, secondo i ricercatori, suggerisce che avere dei papà gay e l’assenza di una figura femminile a casa non sarebbero dei fattori di rischio per lo sviluppo dei bambini.


Altri dati significativi arrivano soprattutto dalla meta-analisi di Fedewa, Black e Ahn (2015) in cui emerge come non ci siano differenze nello sviluppo cognitivo tra bambini cresciuti in famiglie omogenitoriali o tradizionali.

Lo stesso studio, inoltre, ha valutato il benessere psicologico dei bambini (includendo le com-petenze emotive, i comportamenti prosociali, la presenza o meno di problemi comportamentali, le relazioni positive con i pari e l’autostima) ed è emerso un dato interessante: i figli di genitori dello stesso sesso hanno generalemente alti livelli di benessere psicologico, e anzi, in alcuni casi questo si rivela essere anche superiore alla norma (Baiocco e colleghi, 2018; Fedewa, Black e Ahn, 2015).


L'effetto del tipo di famiglia, quindi, non è predittivo del benessere psicologico dei bambini.



Conclusioni


In sintesi, secondo i dati della ricerca sul tema dell’omogenitorialità, essere un genitore efficace non è legato all'orientamento sessuale della persona.

Gli studi che hanno confrontato bambini cresciuti con genitori gay/lesbiche con bambini cresciuti con genitori eterosessuali, inoltre, non hanno trovato alcuna differenza significativa nella relazione genitori-figli, nel benessere psicologico dei bambini, nel loro sviluppo emotivo e sociale, o nell'identificazione dei ruoli di genere e nell'orientamento sessuale.


Famiglie differenti dalla struttura “tradizionale”, quindi, non costituiscono di per sé un ostacolo per la creazione di un ambiente familiare sereno e positivo; essere dei buoni genitori non dipende infatti dalla struttura familiare, ma dalle dinamiche e dalle relazioni positive che si costruiscono con i propri figli.


Sulla base di queste premesse, nel 2014 l'American Psychological Association (APA, una delle più importanti organizzazioni scientifiche e professionali di psicologia) ha dichiarato che:

L’APA si oppone a qualsiasi discriminazione che si basi sull'orientamento sessuale in materia di adozioni, custodia infantile, affidi e servizi della salute riproduttiva. L’APA supporta la protezione della relazione genitore-bambino attraverso la legalizzazione delle adozioni congiunte e delle adozioni dei bambini cresciuti da coppie dello stesso sesso” (Pacilli e colleghi, 2011)

Per concludere, la letteratura scientifica ha ampiamento dimostrato che i bambini che crescono in famiglie con genitori omosessuali hanno uno sviluppo sano e positivo, esattamente come chi cresce in una famiglia tradizionale. Questo perché la salute mentale di un bambino non dipende dalla struttura della famiglia, ma dipende piuttosto dalla capacità dei genitori di dare sicurezza e affetto (Fedewa, Black e Ahn, 2015).


Tuttavia, questo argomento rimane ancora molto controverso, specialmente nei paesi più conservatori e dove è più forte la disparità tra l'opinione pubblica e i risultati della ricerca scientifica (qui un approfondimento).


L'obiettivo di questo articolo è quindi quello di diffondere informazioni utili per potersi costruire un’opinione più completa e basata sui dati rispetto alle famiglie omogenitoriali, attraverso un'analisi della letteratura scientifica. Se la possibilità che una coppia omosessuale possa crescere dei figli è ampiamente appoggiata dalla comunità scientifica, al contrario le teorie che si oppongono all’omogenitorialità si basano piuttosto su pregiudizi senza evidenze empiriche.


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Le informazioni riportate derivano da fonti verificate e da ricerche pubblicate su riviste scientifiche. Queste sono quindi oggettive, non sono frutto di opinioni personali, ma si basano sui dati della ricerca.

Di seguito si riportano le fonti bibliografiche:


- Abraham, E., Hendler, T., Shapira-Lichter, I., Kanat-Maymon, Y., Zagoory-Sharon, O., & Feldman, R. (2014). Father's brain is sensitive to childcare experiences. PNAS, 111, 9792-9797


- American Psychological Association (2008). Lesbian and Gay Parenting. APA, USA.


- Baiocco, Roberto; Carone, Nicola; Ioverno, Salvatore; Lingiardi, Vittorio (2018). Same-sex and different-sex parent families in Italy: Is parents' sexual orientation associated with child health outcomes and parental dimensions? Journal of Developmental and Behavioral Pediatrics, 39, 555-563.


- Biblarz, T., & Stacey, N. (2010). HowDoes the Gender of Parents Matter? Journal of Marriage and Family, 72, 3–22.


- Carone, N., Lingiardi, V., Chirumbolo, A., & Baiocco, R. (2018). Italian Gay Father Families Formed by Surrogacy: Parenting, Stigmatization, and Children’s Psychological Adjustment. Developmental Psychology, 54, 1904–1916.


- Carone, N., Lingiardi, V., Tanzilli, A., Bos, H., & Baiocco, R. (2020). Gender development in children with gay, lesbian, and heterosexual parents: Associations with family type and child gender. Journal of Developmental and Behavioral Pediatrics, 41, 38-47.


- Fagan, J., Day, R., Lamb M., & Cabrera, N. (2014). Should Researchers Conceptualize Differently the Dimensions of Parenting for Fathers and Mothers? Journal of Family Theory & Review, 6, 390–405.


- Fedewa, A., Whitney W. Black & Soyeon Ahn (2015) Children and Adolescents With Same-Gender Parents: A Meta-Analytic Approach in Assessing Outcomes. Journal of GLBT Family Studies, 11, 1-34.


- Perrin, E., Siegel, B., & the COMMITTEE ON PSYCHOSOCIAL ASPECTS OF CHILD AND FAMILY HEALTH (2013). Promoting the Well-Being of Children Whose Parents Are Gay or Lesbian. Pediatrics, 131, 1374-1383.


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