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Il Cestino dei Tesori per stimolare la manipolazione

Un'attività semplice ma importante per lo sviluppo, da proporre durante il primo anno di vita

Il “cestino dei tesori” è stato ideato da Elinor Goldschmied, educatrice e pedagogista britannica che ha rivoluzionato il mondo 0-3 anni.


Il cestino dei tesori è un’attività semplice ma che ha un potenziale altissimo per le possibilità di esperienze, sensazioni e scoperte che può offrire al bambino. Vediamo ora come farlo.



Quando proporlo?


Il cestino dei tesori si inizia a proporre quando il bambino ha circa 6/7 mesi, o comunque quando riesce a stare seduto da solo. Questo perché l’attività consiste nel mettere proprio un cestino con diversi oggetti di fronte al bambino, che dovrà essere quindi a suo agio e in equilibrio per poter afferrare e manipolare gli oggetti.

Se il bambino non ha ancora acquisito la posizione seduta autonomamente, si può proporre il cestino (o alcuni oggetti) davanti a lui quando è a pancia in giù.



Cosa mettere nel cestino?


Questa attività consiste nel proporre al bambino una cesta con vari oggetti dentro; sembra una cosa molto semplice, ma la particolarità sta nel fatto che gli oggetti devono essere pensati e diversi tra loro: possono essere differenti nella forma, nella grandezza, nel peso, nei materiali e nella consistenza.


Gli oggetti devono essere semplici, leggeri e maneggevoli, ma soprattutto sicuri nel momento in cui il bambino li porterà alla bocca. Sarebbe meglio non mettere dei giocattoli, ma degli oggetti di uso quotidiano, che riescano a stimolare i 5 sensi del bambino attraverso il tatto, la vista, il gusto, l'udito e l'olfatto.


Possiamo riempire il nostro cestino con centinaia di oggetti diversi, qui riporterò alcuni esempi divisi per materiale:


Natura: Conchiglie, pigne, piume, oggetti in sughero, frutta (come mandarino, mela, limone).


Legno: Cucchiaio da cucina, scatoline, mollette, portauovo, sottopentola.


Tessuto: Fazzoletti di cotone, pennello da pittore o da trucco, sottopentola in vimini, sacchetto di stoffa, borsellino di pelle, pallina da tennis.


Metallo: Cucchiaio da minestra, scatoletta di metallo chiusa (di tonno, mais o anche quella del gatto!), grossi tappi di barattoli, imbuto, colino per il tè, formine per dolci, frusta da cucina.


Carta: piccole scatole di cartone, rotoli di carta igienica o dello scottex.


Uso quotidiano: spazzolino da denti, spugna, mollette da bucato, barattolini di vetro, custodia per gli occhiali.


Non c’è bisogno di mettere tanti oggetti tutti insieme, ne bastano 7-10 per volta di categorie diverse che si possono poi cambiare ogni volta che si ripropone l’attività.



Cosa fa l’adulto?

Il cestino va messo per terra e il bimbo va lasciato accanto, seduto (se è in grado di starci in modo autonomo) o a pancia in giù. Il genitore non ci gioca insieme, ma osserva quello che fa il bambino senza intervenire, lasciandogli il tempo e lo spazio per poter esplorare gli oggetti con le mani, gli occhi e la bocca.

Il bambino così ha modo di esplorare gli oggetti con i suoi tempi e il genitore ha l’occasione di osservare il suo bimbo, come gioca e come manipola gli oggetti durante la crescita.



A cosa serve?


Il cestino dei tesori è un’occasione preziosa per il bambino per esplorare oggetti con molte forme e materiali diversi e scoprire così a poco a poco com’è fatto l’ambiente che lo circonda.

Attraverso la manipolazione degli oggetti il bambino inizia poi a capire le loro proprietà fisiche: ad esempio, imparerà che il metallo se sbattuto per terrà farà un certo rumore e lo spazzolino un altro.

Inoltre, questa attività stimola la manipolazione, e di conseguenza la coordinazione mano-occhio.


Ricordiamoci che queste sono le sue prime esperienze sensoriali, e sono importantissime dal momento che costituiscono la base su cui il bambino costruirà le sue conoscenze sul mondo!


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Fonte:

E. Sinnott Goldschmied (1986). Infants at work, Anares Video Productions & London Borough of Islington Social Services Training Section.


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