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Social media e Bambini

Gli effetti dei social sulla salute mentale


Se fino a ieri genitori e insegnanti hanno cercato di tenere lontano il più possibile i bambini dalle nuove tecnologie, i periodi di lockdown e la DAD hanno costretto a riconoscere i lati positivi della modalità online anche per i più piccoli.


Da quando i nuovi media hanno cominciato ad occupare in modo sempre più importante anche le vite dei bambini, sono stati molti gli studi condotti da psicologi, pediatri e organi statali che hanno osservato gli effetti dei media digitali sui più piccoli. Se da un lato sono evidenti i lati positivi del web, dall’altro non si possono negare i pericoli che vi risiedono.



Bambini e accesso ai dispositivi digitali


Facciamo una panoramica di quanti bambini hanno accesso a dispositivi digitali e come li usano. L’Accademia Americana di Pediatria ha osservato una forte impennata del numero di bambini sul web: nel 2011, il 52% dei bambini da 0 a 8 anni aveva già accesso a dispositivi mobili come pc e smartphone; dal 2013, la percentuale è cresciuta del 75%; oggi l’età di utilizzo è scesa drasticamente e si stima che la maggior parte dei bambini di 2 anni usi quotidianamente un dispositivo mobile; il 92% dei bebè ad un anno di età ha già utilizzato un device.


Per quanto riguarda i più grandi, ad oggi il 75% dei teenagers ha il suo smartphone, il 24% degli adolescenti si definisce “costantemente connesso” e il 50% ammette di essere “dipendente” dal suo telefono. La Royal Society per la Salute Pubblica nel 2016 ha rilevato che i social media creano più dipendenza delle sigarette e dell’alcool.



Il lato buono dei nuovi media


La quotidianità di oggi richiede molte più capacità di destreggiarsi tra i nuovi media e questo sarà un requisito essenziale per qualsiasi lavoro e attività futura, così i bambini di oggi, i cosiddetti “nativi digitali”, partono con una marcia in più.


Le nuove tecnologie digitali danno la possibilità a bambini e adolescenti di accedere in modo istantaneo a molte fonti diverse di intrattenimento, informazioni, conoscenze e contatti sociali. Questo permette ai bambini di essere coinvolti in un maggior numero di interazioni sociali e di essere più esposti a nuove idee ed esperienze di apprendimento.


In particolare durante quest’ultimo anno, i social network hanno sicuramente facilitato anche i più piccoli ad avere continui contatti con amici e compagni di classe, aiutandoli a mantenere la socialità di cui tutti abbiamo bisogno.


Rischi e pericoli dell’uso dei social media


D’altra parte, però, i rischi del web sono evidenti: diverse ricerche in bambini che usano i social hanno evidenziato un aumento di sintomi di ansia e depressione, difficoltà nella regolazione delle emozioni, ansia sociale, problemi legati all’autostima ed esposizione a contenuti negativi.


Ad esempio, per molti bambini e adolescenti navigare sui social è un nuovo modo per distrarsi e “non pensare”. Alcune ricerche hanno visto però che questo comportamento fa sì che i bambini non sviluppino quella che si chiama “regolazione emotiva”, che invece è una capacità essenziale che si costruisce proprio durante l’infanzia. La regolazione emotiva è la capacità di far fronte alle emozioni forti, anche negative, sperimentandole sulla propria pelle e imparando così a regolarle per superare situazioni difficili. Usare i social per “distrarsi” porta a non affrontare le emozioni negative, che è una delle cause principali di disturbi come ansia e depressione.


Nel 2011 è stato coniato il termine “Depressione da Facebook” proprio perché molti studi hanno rilevato che esiste una relazione tra depressione e utilizzo dei social: i pre-adolescenti che stanno molto tempo sui social mostrano sempre più spesso sintomi depressivi. Questo non vuol dire necessariamente che i social siano la causa di disturbi mentali, ma che l’utilizzo smoderato può essere un sintomo di qualcosa che non va.


Negli ultimi anni è stato rilevato che i social media sono diventati per molti giovani il mezzo preferito per interagire con gli altri: per i bambini più vulnerabili, questo può non essere un aiuto, anzi, al contrario può aumentare il rischio di sviluppare ansia sociale. Questi bambini infatti tendono ad evitare i contatti faccia-a-faccia e non imparano a gestire le interazioni sociali di persona.


Inoltre, diversi studi sottolineano come i social possano influenzare negativamente la costruzione dell’identità e l’autostima di bambini e pre-adolescenti. Per chi ha un proprio profilo e posta contenuti come selfie e video personali, i “like” vengono visti come un’approvazione sociale del proprio modo di essere e contribuiscono a formare l’immagine di sé del bambino. L’identità digitale è vista come un’estensione della propria persona, per cui commenti e feedback di sconosciuti sui social hanno lo stesso peso di quelli di amici e dei genitori. Questo può avere conseguenze negative per lo sviluppo, perché l’identità del bambino si basa su cosa pensano gli altri e su quanti like si ricevono. È stato dimostrato infatti che chi ha più “amici” e “followers” sui social tende ad avere una maggior preoccupazione della propria immagine e un’autostima più bassa.


Infine, da tempo i professionisti della salute sono preoccupati sui contenuti che si possono trovare sui social e sul ruolo che questi possono avere nell’influenzare i giovani a sperimentare esperienze estreme e atti di autolesionismo: la ricerca ha dimostrato che l’autolesionismo è “contagioso” tra i pari e si propaga proprio tramite i social media. L’esposizione ad atti di autolesionismo influenza la percezione delle norme e delle aspettative che compongono queste dinamiche e il rischio di provare a procurare dei danni al proprio corpo dopo aver visto qualcuno farlo aumentano del 50%.


Trovare l’equilibrio


L’utilizzo dei social non va né osannato né demonizzato, ha sia i suoi lati positivi che le sue trappole più insidiose.

Le ricerche sul tema portano alla conclusione comune che effetti più o meno negativi dipendono da come i bambini usano i loro dispositivi con quali scopi e quali contenuti guardano.


Sicuramente i genitori sono le figure chiave che devono guidare i bambini nell’utilizzo sicuro e consapevole, controllando in modo educativo quali sono gli interessi dei loro bambini, quanto tempo stanno sui social e quanto peso danno ai feedback della loro identità virtuale.

 

Fonti:

- Bruggemana et al. (2019). Does the use of digital media affect psychological well-being? An empirical test among children aged 9 to 12. Computers in Human Behavior, 101, 104–113.

- Chassiakos et al. (2016). Children and Adolescents and Digital Media. American Academy of Pediatrics.

- CHILDREN’S COMMISSIONER (2018). LIFE IN ‘LIKES'. CHILDREN’S COMMISSIONER REPORT INTO SOCIAL MEDIA USE AMONG 8-12 YEAR OLDS

- Hoge et al. (2017). Digital Media, Anxiety, and Depression in Children. PEDIATRICS. DOI: https://doi.org/10.1542/peds.2016-1758G

- Miguel et al. (2017). Examining the scope and patterns of deliberate self-injurious cutting content in popular social media. Depress Anxiety, 34, 786–793.

- Richards, Caldwell & Go (2015). Impact of social media on the health of children and

young people. Journal of Paediatrics and Child Health, 51, 1152–1157.



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